lunedì 10 marzo 2014

KILLERS LODGE - UNNECESSARY I










John Killer Bob - Bass/Vocals

Christo Machete - Drum

Olly Razorback - guitar

Release date: 7 Gennaio 2014

Autoprodotto













La Loggia Nera, il nano che parla al contrario, la sala rossa e così anche l'agente Cooper (come tutti gli uomini dell' allegra cittadina americana di Twin Peaks) si può fare una fantasia sessuale sulla bionda Laura Palmer. I due si baciano nell' atmosfera onirica di quel luogo sinistro.
Lasciando da parte Laura Palmer e chi l'ha assassinata, “Unnecessary I” è l'album di debutto di questa nascente band,  “John Killer Bob and the Black Lodge”, e successivamente abbreviato semplicemente in “Killers Lodge”. Questo nuovo progetto, appena sfornato dalle sale prove salmastre dell' undeground metal genovese, prevede però la presenza di “vecchie” (se non vecchissime) facce: la prima è chiaramente John Killer Bob (Bob ? Ma stiamo ancora parlando di Twin Peaks per caso ?) poliedrico musicista dal curriculum musicale ormai lungo e vissuto. Ex bassista dei Necrodeth (conosciuto semplicemente come John) e dei Dynabite, attuale dei Cadaveria (l'omonima band della imperscrutabile cantante degli Opera XI) e con esperienza negli ormai defunti Raza de Odio. Con lui a formare I Killers Lodge il batterista Christo Machete (anche lui ex membro dei Raza de Odio, attuale dei Dorothy's doll) e il chitarrista Olly Razorback (Denial, saltuariamente con Sadist, Trevor, Raza de Odio e Cadaveria).
I Killers Lodge sarebbero sorti come una fenice dalle ceneri dei già nominati Raza de Odio, sciolti ormai qualche anno fa, dopo un solo album e diversi anni di attività. Sinceramente una perdita che mi ha provocatoa abbastanza dispiacere( ho amato il loro unico disco, avrei sperato in un secondo) però del resto bisogna accettare il fatto che nella vita nulla è eterno.
Nonostante tutto questo però non ritroviamo nulla, musicalmente parlando, che ricordi gli oramai defunti  Raza de Odio: sonorità diverse, influenze diverse, come anche temi diversi. Solo per citarne una, della brutalità dei primi  nulla di nulla, come l'assenza più completa di tutta  l' iconografia sociale Sud Americana che li caratterizzava ( i Brujeria erano una delle bande di riferimento).


Tante parole per dire alla fine che I Killer Lodge espongono tutt'altra merce.
Anni '80, rock'n roll, heavy-metal, primo thrash metal, band come Overkill, Venom (senza paccotiglia satanica però) e Motorhead (Overnight sensations su tutti), suoni veloci e decisi, e presenza di grande forza nel cantato, non poi così rauco com'è stato descritto (Qualcuno vuole insinuare che John è un tabagista convinto come Lemmy ?).
Nonostante la grande influenza della storica band inglese, dell'aspetto grossier di Lemmy e compari dentro Unnecessary I non vi è nulla: il trio genovese infatti non si limita a riproporre gli anni '80 ed I generi già citati, ma li modernizza, togliendogli l'aspetto decadente e mantenendone inalterato il fascino. I Killer Lodge riescono a sprigionare proprio quell'atmosfera che fa nostalgia, che chi ha vissuto quel periodo (anche solo nell'infanzia) non riesce a dimenticare.




Per quel che riguarda la scaletta il disco irrompe subito con la granitica “Cosmos” (ispirata alla serie tv “battlestar galactica” di Glen A. Larson), dura e potente, che ricorda molto quel periodo dove l'heavy metal ed il rock'n roll non erano soltanto generi per musicisti di nicchia, ma un icona di costume. L' incalzante ritornello rimane impresso molto facilmente e suona pesante come un desiderio, un desiderio quasi di rabbia. Vitale ed estroversa “Cosmos” rappresenta veramente un buon pezzo iniziale epr questo disco.
La seconda canzone “Like a rock”, ancora più adrenalinica della prima, si può definire quasi “rocciosa”. Da un attacco più lento I suoni si fanno sempre più veloci. Qui I riferimenti motoreddiani sono I più forti, specialmente nelle chitarre.
Terzo pezzo “The Grudge” più empatico e più complesso dei primi due, riesce a trasmettere un certo coinvolgimento ed una certa passione. Con alcuni riff di chitarra melodiosi, la batteria meno violenta, e il cantato che smette d'impartire ordini ma sembra più parlarti, è forse una delle canzoni di questo disco che più accende la nostalgia per gli anni '80.
Il picco artistico viene raggiunto con “Inefficiency”, canzone che cambia completamente strada rispetto alle altre. La voce viene effettata, i suoni sono completamente diversi, meno duri e diretti, più onirici, rendendo il pezzo un incantatore. Rimanendo pur nella semplicità che caratterizza l'assetto musicale di tutto l'album, questa canzone è comunque quello che sviluppa più empatia con l'ascoltatore.
Seguono “New Life” già più simile ai primi tre pezzi. “Who we are” e “Ship of Fools”. “Bow and scrape”, altra canzone più particolare rispetto alle altre per concludere con “The Glory of the Pillory”, la più energica e coinvolgente.

L'ascolto del disco è stato molto interessante, ma voglio anche dire che secondo me I Killer Lodge sono un genere di band che darebbe risultati migliori on stage. Aggiungo inoltre che un luogo adatto al loro ascolto è lo stereo della macchina, si mi avete capito benissimo, la cara vecchia autoradio: sarà che a furia di parlare di anni '80 mi vengono in mente immagini On the road. Buon ascolto.

Del Buono Carola




http://www.killerslodge.com/web/





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